La qualità a partire dalla gestione del tempo
La gestione ottimale del tempo, è da sempre prodromica all’efficienza dei processi e dunque alla qualità offerta nel prodotto/servizio.
Emergono, talvolta, diverse criticità da parte del contesto manageriale rispetto all’integrazione tra tempo lavorativo e tempo prestato alla vita privata: il contesto in cui si vive è sempre più dinamico e complesso, e le dimensioni professionali e personali spesso si confondono.
Si parta da un presupposto: il tempo è un risorsa infungibile, ovvero è impossibile sostituirlo se non con altro tempo. È inoltre limitato e deperibile, per cui non possiamo conservarlo per poi ritrovarlo il giorno dopo. Se ne deduce che deve essere usato al meglio, in gergo “ottimizzato”.
A tal fine, il primo passo da eseguire è individuare degli obiettivi. Questi ultimi possono essere definiti come uno stato da raggiungere, un desiderio focalizzato dalla propria volontà.
Essi sono il mezzo attraverso il quale si può dare una direzione al proprio lavoro, innalzando il livello di prestazione (allenandosi per raggiungerlo), ma soprattutto per valutare la qualità della nostra prestazione, al fine di migliorarla in un percorso virtuoso.
La difficoltà maggiore è però capire come formulare un obiettivo: ripensando al passato, ci si potrà sicuramente accorgere che non tutti i desideri posti in essere sono poi stati effettivamente realizzati, portando ad un monstre quantitativo di domande alle quali si riescono a dare ben poche risposte.
Una soluzione viene fornita dal metodo ideato da Peter Drucker, e denominato S.M.A.R.T.
Tale metodologia fa si che si fissino dei requisiti minimi ed imprescindibili agli obiettivi, al fine poi di raggiungerli con maggiore facilità.
Gli obiettivi devono essere:
- Specifici: chiari e coincisi, mai generici;
- Misurabili: quantificabili con un metodo oggettivo;
- Attraenti: che possano stimolare positivamente;
- Raggiungibili: devono essere sfidanti, ma pur sempre realizzabili;
- Tempificati: con una scadenza ben precisa.
Impostando con tale metodo i desideri futuri, ci si potrà avvalere della possibilità di capire effettivamente il motivo per cui un obiettivo non è stato raggiunto. Il tempo di lunghe e tortuose elucubrazioni sui motivi d’insuccesso potrà essere sostituito da una adeguata costruzione dell’obiettivo. Infatti, più la formazione di quest’ultimo sarà precisa, più risulterà veloce la soluzione agli eventuali intoppi creatosi, al fine di un miglioramento continuo.
Il cardine da cui partire è sempre e comunque la volontà, sia di mettere in atto questo indirizzo teorico, sia poi di raggiungere i propri sogni, costruiti passo passo da molteplici e ben strutturati obiettivi.

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