I problemi strategico produttivi delle PMI
Si fa presto a dire punto 7.5 della norma! Da un certo punto di vista è per le aziende la parte più “facile” e naturale del percorso di conformità alla ISO 9001 dal momento che verte sul processo core di produzione o erogazione dei servizi, dall’altra però questo non significa che sia privo di insidie in termini di Qualità.
Quali sono i problemi che si riscontrano comunemente nei processi di produzione ed erogazione dei servizi nelle PMI? Non sorprendentemente è raro che si tratti di problemi di natura tecnica e di competenze mentre è prevalente l’esistenza di problemi di pianificazione e gestione. Le considerazioni che seguono riguardano prevalentemente l’ambito manifatturiero ma in alcuni casi possono essere estese anche ad altri settori, inoltre è stata fatta una distinzione logica tra produzione su commessa e produzione di serie perché le criticità assumono connotati diversi a seconda della tipologia di organizzazione.
“Lead time lunghi e ritardi di consegna”
Il tempo non sembra essere amico delle organizzazioni. In particolare, le aziende che lavorano su commessa vivono una cronica difficoltà a consegnare in tempo ai propri clienti. I lead time di realizzazione delle commesse, tempi di attraversamento della commessa dalla prima attività progettuale al collaudo dell’ultimo output, sono troppo lunghi, i clienti si lamentano e spesso scelgono altri fornitori che sono in grado di consegnare con tempistiche più serrate, o almeno dichiarano di esserlo. Goldratt in “Catena critica” lega chiaramente la lunghezza dei lead time e i ritardi di consegna alla modalità conservativa con cui sono stimate le durate delle singole attività che fanno parte del progetto e come questo approccio cautelativo in realtà produca risultati del tutto contrari alle aspettative.
Anche quando l’azienda non si trova fortemente disallineata rispetto alle aspettative del cliente, i lead time lunghi la danneggiano. Infatti, gestendo sempre molte commesse in parallelo, come naturalmente avviene quando i singoli progetti non vengono “chiusi” in tempi rapidi, l’azienda è costretta a sovradimensionarsi in termini di risorse. Quindi nella migliore delle ipotesi perde l’opportunità di guadagnare di più con le proprie risorse, nella peggiore delle ipotesi il risultato economico è particolarmente insoddisfacente.
Nel contesto della produzione di serie i ritardi di consegna eclatanti sono rari, soprattutto in un momento recessivo come questo in cui sono pochi gli stabilimenti saturi dal punto di vista della capacità produttiva. Non è tuttavia infrequente trovare aziende che “rincorrono” i singoli ordini per velocizzarli cambiando frequentemente le priorità e la schedulazione delle diverse fasi con la conseguenza di grandi sprechi e inefficienze nell’utilizzo della propria capacità produttiva.
Immobilizzazioni materiali significative e mal dimensionate (materia prima, semilavorati, prodotto finito)
Parliamo brevemente dei magazzini di materia prima e di prodotto finito. Più grande è il numero di materie prime utilizzate e di parti acquistate più è complessa la gestione dei magazzini di materia prima. Questa situazione è particolarmente critica per chi produce su commessa: questa tipologia di azienda infatti assembla molte parti per ottenere un prodotto finito. A complicare la situazione si aggiunge uno stato di fatto per molte di queste parti, cioè i tempi di fornitura lunghi (perché il fornitore è in un altro continente, o perché la scelta del fornitore è all’interno di una rosa di pochissimi candidati in grado di fornire le determinate tecnologie necessarie). L’azienda immobilizza a magazzino un valore economico pari ad una percentuale importante del fatturato eppure spesso il pezzo necessario non è disponibile e il tempo per approvvigionarlo è lungo…così si aggiungono altri ritardi, spesso i più gravi in assoluto.
L’accumulo di prodotto finito, anche se può essere valorizzato dal punto di vista economico-finanziario, e il suo eventuale cattivo dimensionamento comportano prima di tutto un problema, banale ma non trascurabile, di ingombro fisico. Inoltre ci può essere un rischio reale di obsolescenza o, in alcuni settore, di deperibilità dei prodotti finiti invenduti. Questo tipo di problematica è estremamente grave anche per le aziende che prevalentemente si configurano come distributori.
Discorso ancora a parte è quello che riguarda i semilavorati, serio problema per molte realtà della tipologia produzione di serie. A meno che l’azienda non abbia implementato al proprio interno metodologie tipo lean production, che peraltro non sono la panacea di tutti i mali, tra una stazione del processo produttivo e la successiva si creano progressivamente delle code di semilavorati. Queste code sono tanto più difficili da smaltire nel momento in cui il modello produttivo è basato sull’ accorpamento degli ordini in lotti relativamente grandi e quando le tipologie di ordini gestiti sono numerose. Molte aziende non lo sanno ma se ipotizziamo di “seguire passo passo” uno specifico pezzo da trasformare, dal momento in cui viene rilasciato in produzione a quando il prodotto finito è pronto, il suo lead time è di molte settimane contro tempi tecnici di lavorazione nell’ordine delle ore o addirittura dei minuti.
4 luglio, 2012