Audit 19011:2012 l’importanza del clima aziendale
“una Visione diversa della classe dirigente”
Tutte le organizzazioni aziendali devono impegnarsi a creare un ambiente stimolante al fine che tutte le risorse aziendali possano crescere in sintonia l’una con l’altra nell’ambiente in cui si trovano ad operare, ritengo che solo in “posti come questi si possano generare idee e dove la gente abbia il piacere di lavorare l’una con l’altra.
Da qui nasce la possibilità che in sede di audit si possano andare a”misurare”, dove possibile gli “asset umani”, “fisici” e “immateriali” così come quello ambientale, secondo quanto espressamente riportato anche nella ISO 19011:2012.
Ma quali possono essere gli indicatori di felicità “misurabili” in un contesto organizzativo?
Il primo che mi viene in mente è un bassissimo quanto nullo turnover, tale indicatore potrebbe rappresentare un indicatore di felicità
Proseguendo poi potrebbe essere “con i dovuti distinguo” basso indice di assenteismo e malattia, basso indice di infortuni.
Probabilmente quello che però genera benessere / produttività – felicità per entrambi organizzazione / risorsa è il clima in un processo sia dal alto verso l basso che dall’alto verso il basso.
Vi sono organizzazioni poi che più che ambienti di lavoro tendono ad assomigliare sempre maggiormente a stati di polizia, implementando i controlli sui dipendenti…… limitazioni all’utilizzo dei social network, riduzioni degli ambienti in cui è possibile socializzare ( macchinetta del caffè o luoghi adibiti a fumatori ), per arrivare a metodologie di controllo ancora più “sofisticate”; questi si che possono essere altre tipologie di parametri per misurare quanto in un organizzazione si possa essere felici.
Le organizzazioni devono essere dotate di nuove visioni della gestione di processi produttivi,le risorse intese come uomini e non solo dipendenti devono essere considerati pezzo fondamentale dell’azienda devono essere posti nelle condizioni di adempiere i propri compiti nel migliore modo possibile
In un recente post su LinkedIn Greta Ristori scriveva: “Molto banalmente bisognerebbe amare il proprio lavoro, o fare della propria passione un lavoro… in ogni caso, dovremmo imparare a vivere al meglio i momenti anche lavorativi, ricavarci i nostri spazi di felicità. Come? Avremo pur dei colleghi simpatici, no? Dei colleghi che diventano amici fuori dal lavoro.
E un po’ di passione, un po’ di ambizione, un po’ di … voglia di fare bene il proprio lavoro!”
Aggiungeva poi con molta schiettezza Alfredo Lanzellotti “Negli USA, dove la stessa viene menzionata nella Dichiarazione d’Indipendenza, forse la stessa è talmente inculcata nella mente e nella stessa normativa, che è più facile raggiungerla (credo) magari “saltabeccando” da un lavoro all’altro, trovando quello che più si soddisfa. Nella mia città la felicità è solo raggiungere un posto di lavoro, qualsiasi esso sia, poi rientra nella normalità, che lo stesso sia noioso e sacrificante”
Ma mi piace concludere con questa citazione sperando che vi siano sempre maggior imprenditori che facciano propria questa frase e che possa diventare la Mission della propria organizzazione…….Nel lavoro intelligente e scrupoloso dei nostri ottocento operai, nello studio metodico e incessante dei nostri quindici ingegneri, c’è la certezza di progresso che ci anima.
La lealtà dei nostri lavoratori è il nostro attivo più alto………….il CLIENTE????? Non potrà che avvertire la differenza!
15 giugno, 2012
15 giugno, 2012
18 giugno, 2012